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sulla Fotografia

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cornello dei tasso e oneta

26/1/2021

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Foto
di Enzo Paiola

​Partiamo per questo workshop fotografico provenienti da Verona via autostrada, quindi uscita a Bergamo e poi su per la val Brembana fino a raggiungere il paese di San Giovanni Bianco. Una volta parcheggiate le macchine, saliamo a piedi per la vecchia mulattiera che ci conduce tra gli alberi, dopo una ripida ma abbastanza breve salita ad Oneta. Un pugno di vecchie case di origine medievale dove la tradizione vuole ci sia la casa natale di Arlecchino, da ammirare anche l’antica chiesa del Carmine. Tra le sue anguste vie si respira un’aria d’altri tempi.

Decidiamo quindi di percorrere un tratto della via Mercatorum da Oneta a Cornello dei Tasso che univa la Valtellina ai Cantoni Svizzeri. Un bellissimo sentiero tra i boschi e ruscelli d’acqua dove troviamo anche il bell’Oratorio Sant’Anna, del XV secolo.

Dopo un’oretta di percorso a piedi tra i boschi arriviamo allo stupendo borgo di Cornello dei Tasso (conosciuto anche come Camerata Cornello). Uno dei borghi dichiarati tra i più belli d’Italia, tra un’urbanistica e architettura medioevale. Il borgo risalente alla fine del 1100 ci stupisce per uno splendido porticato dove non è difficile con l’immaginazione vedere ancora i mercanti, le botteghe e le osterie medioevali. Il paese deve il nome alla famiglia Tasso, insediatasi qui nel XIII secolo a cui dobbiamo il sistema postale moderno.

Un Workshop Fotografico a Oneta e Cornello dei Tasso dove il paesaggio naturale e architettonico ci ha fatto fare tantissimi scatti fotografici, dimenticandoci il peso dell’attrezzatura fotografica portata in spalle per tutto il giorno.

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Venezia di notte

17/1/2021

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di Ornella Piccoli

Una notturna fotografica in una Venezia di notte,  organizzata da CorsiFoto Verona di Enzo Paiola. Alle nove di sera in una freddina serata di maggio, si parte da Verona in poche temeraria, tutte rappresentanti del gentil sesso, Ana, Daniela,  Nisi, Sara,  e  l'immancabile Prof. Enzo Paiola. Scendiamo dal treno a Venezia Santa Lucia, piene di entusiasmo, pronte per vivere appieno questa opportunità fotografica. Sfoderiamo  le macchine fotografiche, montiamo i nostri cavalletti, indispensabili in questo caso, anche se non sempre amati, e via, si parte alla scoperta di Venezia di notte. Che dire, Venezia di giorno è bellissima, ma di notte e' come quei fiori che aspettano che il sole si nasconda per emanare un profumo intenso ed inebriante. I turisti spariscono, e siamo noi soli che ascoltiamo il ticchettio dei nostri passi tra le stretti calli, i piccoli ponti, i vecchi portici prendono vita e ci mostrano la loro bellezza, pronti ad essere ammirati e fotografati. Venezia è speciale di notte, nei piccoli campi in mezzo molte volte decorati da pozzi,  qualche luce brilla nelle finestre delle abitazioni, un' atmosfera intima, rarefatta, che ci fa parlare a bassa voce, per non disturbare questa città che si accinge al riposo. Gli antichi palazzi formano riflessi suggestivi nei canali, le poche barche che passano formano strisce colorate nel display della nostra macchina fotografica. Arriviamo al Ponte di Rialto, bello, maestoso, di un bianco come non avevamo mai visto in quel cielo nero, finalmente leggero, si mostra in tutta la sua bellezza,  Le gondole dormono in laguna dopo una giornata di duro lavoro, cullate dal raro passaggio di barche e traghetti. E via, ci avviamo verso Piazza San Marco, che di notte, senza la confusione delle ore diurne, brilla di luce propria, i suoi portici illuminati, il campanile che sembra messo li a proteggere un tesoro, la basilica e la piazza, una meraviglia che ci perdiamo a fotografare. Sono le quattro del mattino e dopo una nottata in piedi, approfittiamo dell'unico locale aperto a Venezia di notte per prenderci un trancio di pizza, che, scimmiottando un famoso attore italiano, ci mangiamo sui tavolini di uno dei caffè della famosa piazza. La stanchezza scende e dobbiamo avviarci verso il treno che ci porterà a casa, stanchi, ma felici di aver potuto godere di una bellezza così grande e con la curiosità di vedere la montagna di foto scattate.

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Artico

16/1/2021

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di Sandra Zuzzi

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Roma

13/1/2021

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di Enzo Paiola

Foto
Foto

​Workshop fotografico a Roma di due giorni organizzato da @CorsiFotoVerona di Enzo Paiola. Parto in buona compagnia, Ana, Ornella, Sara, Sandra sono del gruppo fotografico, io unico maschio nel gruppo. Arriviamo a stazione Termini nel tardo pomeriggio in treno provenienti da Verona. In una ventina di minuti a piedi raggiungiamo l’Hotel in pieno centro, vicinissimo a piazza di Spagna. Dopo esserci sistemati nelle camere partiamo con le nostre fotocamere in spalla e l’immancabile cavalletto fotografico per un giro di foto in notturna. Tutto sembra più magico con le luci della notte: la poca gente in giro e le luci della sera ci fanno apparire piazza di Spagna, centro romantico della Roma ottocentesca, con un fascino unico, emotivamente molto forte. Fotografare la fontana detta la "Barcaccia" (1626-29) opera del Bernini e la Scalinata di Trinità dei Monti (1723-26) con alla sommità la chiesa SS. Trinità e la sottostante piazza di Spagna ci rende euforici, tanto da farci perdere il senso del passaggio del tempo. Sfilano i minuti e ci rendiamo conto di non aver mangiato, ma la voglia di fotografare è tanta, che ci fa dire di proseguire nel nostro tour fino alla fontana di Trevi. Uno dei monumenti più celebri della Roma barocca, scenografica e maestosa, fatta in marmo bianco di Carrara. Ci sorprende per il suo splendore, per il rumore dell’acqua, ma anche per la moltitudine di turisti presenti con il loro vociare intenti a lanciare la famosa "monetina" che augura il sicuro ritorno a Roma. Ognuno di noi con il cavalletto fotografico, telecomandi di scatto a distanza, e tempi lunghi dell’otturatore ci si posiziona da tutti i lati della piazza per riprendere questo capolavoro architettonico. Ci rendiamo conto che è proprio tardi e la fame si fa proprio sentire. Decidiamo di andare in un’osteria con "le tovaglie a quadri e il vino rosso sfuso in tavola" dove mangiare la vera cucina romana senza spendere troppo. Troviamo proprio una Trattoria vicino a fontana di Trevi dove tra "cacio e pepe" i "carciofi alla romana" e un bicchiere di vino rosso, usciamo veramente soddisfatti e "allegri", e per fortuna che le fotografie le avevamo già fatte. Rimane il tempo prima di raggiungere l’hotel per passare da piazza Colonna e vedere illuminato palazzo Chigi sede del Governo della Repubblica Italiana e residenza del presidente del Consiglio per poi arrivare alla piazzetta di palazzo Montecitorio sede della Camera dei deputati. Ora dopo tutta questa intensa e bellissima serata ci serve solo una notte riposante e distensiva.
Il giorno dopo ci incamminiamo di primo mattino con un cielo coperto da nuvole scure. Dal punto di vista fotografico pensiamo a delle fotografie con luce diffusa che ci rende delle foto con toni morbidi, senza quelle luci decise piene di ombre e di alte luci di quando c’è il sole. Dopo aver attraversato nuovamente di giorno piazza di Spagna, non senza fare nuove foto, ci incamminiamo per via del Babbuino dove a metà strada ammiriamo la chiesa Anglicana di Roma per arrivare a piazza del Popolo. Immenso e scenografico progetto della Roma papale chiusa a nord dalla Porta del Popolo, a sud dalle due chiese gemelle Santa Maria di Montesanto (1662-1679) e Santa Maria dei Miracoli (1675-1681), a est dalle rampe della passeggiata del Pincio e dalla chiesa di Santa Maria del Popolo e al centro della piazza dall’Obelisco Flaminio. Ci incamminiamo, destinazione Città del Vaticano, verso ponte regina Margherita dove attraversiamo il Tevere e ci addentriamo nel ricco quartiere Prati. Lungo il cammino chiedo alle mie compagne di viaggio se volevano assaggiare un "maritozzo" in una famosissima pasticceria in zona Ottaviano. Ancora oggi quando parliamo del workshop a Roma, le partecipanti mi guardano e mi dicono: "ti ricordi il maritozzo gigante strapieno di panna che usciva da tutte le parti?". 
Pian piano esce una giornata dove il sole la fa da padrona tra le nuvole bianche, che ci fa ammirare e fotografare una luminosissima Piazza San Pietro progetto del Bernini con l’omonima Basilica e la sua Cupola progettata da Michelangelo, ma anche i lati della piazza delimitatati da due emicicli di colonnato opera di Gian Lorenzo Bernini. Entriamo in Basilica per ammirare e fotografare il gruppo marmoreo della Pietà di Michelangelo e il baldacchino, la monumentale struttura barocca costruita per l’altare maggiore opera del Bernini. Ci accorgiamo di essere giusti in tempo per ritornare fuori in piazza san Pietro, manca poco alle ore 12, per la benedizione dell’Angelus di papa Francesco. Dopo "il bagno di folla" discendiamo lungo via della Conciliazione, e arriviamo alla fortezza papale di Castel sant’Angelo così chiamato per l’angelo che sormonta il castello.  Attraversiamo il Tevere tramite lo scenografico ponte di epoca romana "Elio" dal nome dell’imperatore Publio Elio Adriano, poi chiamato "ponte sant’Angelo" a ricordo di papa Gregorio Magno che nel 590 d.C. ebbe la visione dell’arcangelo Michele che preannunciava la fine della pestilenza che affliggeva Roma. Attraversiamo il vecchio quartiere di Tor di Nona passando per la zona archeologica di largo di Torre Argentina e puntiamo verso l’Altare della Patria il monumento più importante per la storia d’Italia. Il progetto del cosiddetto Vittoriano risale agli ultimi anni del 1800 e raffigura l’Italia da ogni suo punto di vista. In una giornata tersa e col sole alto e splendente fotografare il panorama di Roma dal bellissimo terrazzo superiore del Vittoriano è davvero stupendo. Ammirare dall’alto l’area archeologica dei Fori Imperiali con i Mercati di Traiano e i Fori di Cesare per arrivare con lo sguardo fino al Colosseo, ma anche dal lato opposto vedere tutto il centro storico di Roma con le sue innumerevoli chiese e scorgere "er Cupolone" rende questa giornata unica e indimenticabile e non solo fotograficamente. Attraverso la bellissima via dei Fori imperiali, che era la strada percorsa dai cortei dei trionfatori dell’antica Roma che erano diretti al Campidoglio, raggiungiamo il Colosseo, il più grande anfiteatro fatto erigere dall’imperatore Vespasiano (69-79 d.C.) e l’Arco di Costantino stupendo manufatto di marmo inaugurato nel 315 d.C. Il nostro workshop fotografico non si ferma qui, infatti sempre a piedi, partiamo alla volta del Pantheon, il tempio romano dedicato agli dei. L’edificio risalente al 27 a.C. risulta essere giunto a noi come l’architettura meglio conservata dell’Impero Romano. Dopo tutto questo immergerci nella storia decido che è venuto il momento di far assaggiare alle mie ospiti "il più buon gelato di Roma". A pochi passi infatti c’è una famosissima gelateria "dove bisogna fare la doppia coda per prendersi un gelato", ma una volta arrivati a gustarlo si capisce subito il perché valeva la pena mettersi in fila. Rimane ancora il tempo per visitare la chiesa di San Luigi dei Francesi vero e proprio gioiello d’arte barocca con all’interno il famosissimo trittico capolavoro assoluto di Caravaggio. Usciti dalla chiesa giriamo l’angolo e ci ritroviamo in fianco a palazzo Madama sede del Senato della Repubblica italiana per sbucare dopo poco allo spettacolo scenografico di piazza Navona. La più bella piazza barocca di Roma dove al centro si trova la Fontana dei Quattro Fiumi, ideata da Bernini nel 1651 con alle spalle la chiesa di sant’Agnese in Agone progettata dal Borromini e ai due lati della piazza la Fontana del Nettuno e la Fontana del Moro. 
Il giorno sta per chiudere le sue porte e anche noi felici di tutte le fotografie fatte e contenti di aver visitato questa maestosa e bellissima città ritorniamo alla stazione Termini dove ci attende il treno che ci riporta stanchi ma felici a Verona.

Foto
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#contest_coVID19

18/3/2020

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le fotografie al tempo del Coronavirus
Foto Sara Bozzolan
Foto Vito Cantore
Foto Sandra Zuzzi
Foto Ornella Piccoli
Foto Sara Bozzolan
Foto Sandra Zuzzi
Foto Anna Bovo
Foto Ana Panoschi
Foto Vito Cantore
  • "Io sono così in questo periodo...un giorno vedo a colori e il giorno dopo in bianco e nero...un tripudio di emozioni di tristezza, di speranza di  confusione, di vivere alla giornata...."  (Nisidia) 
  • "È un po' raccontarci in quello che stiamo vivendo in questi giorni, mentre io volevo per forza trovare delle foto da fare che fossero "belle e basta"," (Sara)
  • "Sono fotografie poco consistenti, insomma come me, che non faccio più ragionamenti! Che voglio solo sensazioni, solo sentimenti.........e una tazzina di caffè!" (Vito, da Brunori sas liberamente adattata)
  • "E io che guardo dalla finestra visto che non posso uscire...esprimo il mio sentire" (Ana)
  • " vorrei conoscere l'odore del tuo paese, camminare di casa nel tuo giardino, respirare nell'aria sale e maggese...gli aromi della tua salvia e del rosmarino" (Nisidia, da Francesco Guccini - Vorrei)
  • "Il mondo sembra fermarsi, mentre fuori la natura esplode nei suoi colori primaverili"​ (Giancarlo)
  • "Anche se non posso più abbracciarti, toccare le tue mani, so che ci sei e il tuo affetto mi fa stare bene" (Daniela)
  • "Nonostante tutto ... è ancora Primavera" (Sandra)
  • "Eh...già è difficile spegnere una (candelina) con la mascherina addosso 😷 " (Nisidia)
  • "sono convinto che se tutti collaboriamo ci rialzeremo meglio di prima ne sono certo" (Ciro)
  • " la triste sensazione di 'sentirsi in gabbia' " (Daniela)
  • "Buongiorno Enzo...mi sento di fare solo foto in bianco e nero" (Ana)
  • "A volte un po di sole e di colore riesce a dipingere i nostri pensieri" (Ornella)
  • "Siamo come fiori, forti al punto di nascere e sbocciare pure nel cemento" (Sofia)
  • "domani e domani e domani, il tempo scorre a piccoli passi" (tratto dal film “Smoke” da Gianluca)
  • "È in momenti come questi che si impara ad apprezzare le piccole cose." (Carlotta)
  • "In casa....ma con gli occhi al cielo!" (Francesca)
  • "Momenti di spensieratezza in periodi un po' bui" (Nicole)
  • "Nuvole che fanno compagnia.... Rinascita" (Monica)
Foto di Sara Bozzolan - Vito Cantore - Ornella Piccoli - Giancarlo Facciotti - Sandra Zuzzi - Anna Bovo - Ana Panoschi - Nisidia Collavo - Francesca Melandri - Daniela Cavedini - Eleonora Gentili - Francesca Menegoi - Ciro Mariotto - Giulio Corso - Alfonso Avogaro - Giancarlo Paiola - Sofia Benedini - Gianluca Pietropoli - ​Carlotta Tognoli - Giovanni Soave - Nicole Passarini - Monica Zoccatelli - Stefano Rodighiero - Giulia Rinaldi
Cos’è la libertà?
Una cosa banale e scontata,
una cosa che nessuno avrebbe immaginato di perdere.
Eppure l’abbiamo persa.
Anzi, ci è stata tolta,
tolta da questa cosa così piccola da non avere peso,
così misera che non possiamo neanche toccarla.
Eppure ci ha divisi tutti
ma allo stesso tempo ci ha uniti tutti,
anche se non vogliamo ammetterlo,
e ci ha anche tolto il respiro,
eppure l’aria lì fuori è più pulita che mai.
L’unico modo per aiutare è non aiutare.
Ed è questa impotenza a essere così opprimente.
Non poter abbracciare i nostri cari o vedere gli amici.
Questo è ciò che ci fa soffrire.
Eppure mesi fa tutti desideravamo di stare a casa.
E ora che abbiamo questa libertà la rifiutiamo e vogliamo tornare a come era prima, prima che la libertà ci venisse tolta.
Giulia
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FOTOGRAFARE: L’ARTE DI FERMARE GLI ISTANTI

15/3/2020

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di Ornella Piccoli
Anno 2020, in Cina, in Italia, in Europa, nel mondo intero è in atto una pandemia che si chiama COVID 19.

L’Italia in tre settimane diventa zona rossa, gli aeroporti chiudono, i viaggi di lavoro e di piacere sospesi. Il mondo non vuole più i cittadini italiani. Migliaia le persone contagiate, ospedali che scoppiano, sale di rianimazione strapiene, il personale sanitario allo stremo.

Le dinamiche del vivere mutano, si abbassano le serrande dei negozi, dei bar e dei ristoranti. Niente più concerti, chiusi i teatri e i cinema, i musei, le mostre, tutto viene sospeso nel tempo.

Lo slogan governativo è “resto a casa” con delle raccomandazioni: niente baci, abbracci, strette di mano e mantenere tra le persone una distanza di sicurezza.

Ad una appassionata di fotografia come me, non è sfuggita una frase detta dal Ministro della salute Speranza “il tampone è la fotografia di un istante”

La fotografia è l’arte di fermare gli istanti.

Le tecniche fotografiche negli anni sono cambiate si sono migliorate e perfezionate con il passare dei decenni, ma immutata è rimasta la capacità di una fotografia di immortalare un momento che rimane negli anni. Attraverso l’obiettivo si osserva da un punto di vista unico e soggettivo da parte di chiunque fotografi.

Alcuni fotografi ci hanno permesso di fermare quel momento in una fotografia diventata successivamente simbolo della storia, come la bambina nuda ustionata dal Napalm in Vietnam del fotografo Nick Ut, o quella che testimonia l’orrore degli attentati dell’11 settembre 2001 a New York del fotografo Richard Drew.

Ad “una appassionata di fotografia come me” non è sfuggito che cogliere una immagine con gli occhi e veicolarla attraverso il cuore per poterne catture il valore, rappresenta un momento di una quotidianità, di un gesto, di un evento, che regalerà sempre un’emozione anche solo di un attimo.

della stessa Autrice: FOTOGRAFARE COL NASO APPENA FUORI CASA
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2 - LA NASCITA DELLA FOTOGRAFIA MODERNA

5/3/2020

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Corso di Fotografia di Enzo Paiola
​Molte sono le date cui si fa risalire la nascita della fotografia. La prima volta in cui si trattò di fotografia fu nel 350 a.C. quando, nel “Problemata”, Aristotele parlò della sensibilità alla luce di alcune sostanze.
Devono trascorrere altri 400 anni circa, 70 d.C., prima che Plinio il Vecchio scriva: “quattuor coloribus solis immortalia illa opera ...” (quattro colori soltanto immortalarono quest'opera ...).
Nel 1500 Leonardo Da Vinci descrive in modo particolareggiato il principio della camera oscura: dopo aver descritto le regole della prospettiva, studiò il funzionamento dell'occhio umano cogliendo la similitudine di questo con la camera obscura.
  • 1609 Galileo Galilei perfeziona la visione telescopica della ripresa;
  • 1657 Kaspar Schott, grazie a due "cassette scorrevoli" varia la distanza fra la lente ed il piano in cui si forma l’immagine, perfezionando la messa a fuoco;
  • 7 gennaio 1839 nasce la fotografia moderna, quando lo studioso e ricercatore Arago annuncia l’invenzione della dagherrotipia da parte di Daguerre, chimico e fisico francese;
  • 1826 Niépce, realizza la prima immagine fotografica mediante l’uso dell’eliografia, un procedimento inventato per realizzare le prime immagini in Bianco e Nero ottenute utilizzando "bitume di giudea" come materiale sensibile, steso su di una lastra in peltro.
Gli inizi del XIX secolo contribuirono verso la diffusione di massa della fotografia, mediante un fermento di idee e scoperte e grazie alle nuove conoscenze di ottica, chimica e fisica;
Il fisico inglese Talbot realizzò per primo delle “immagini tramite l’uso della luce” attraverso l’invenzione della calotipia. Introdusse l’uso del negativo nel procedimento fotografico che permetteva di realizzare immagini su carta, trattata con sale da cucina e nitrato d’argento. Dato il minor costo e la sua illimitata riproducibilità rispetto la dagherrotipia soppiantò l’uso del procedimento creato da Daguerre.
Foto
View from the Window at Le Gras, Joseph Nicéphore Niépce
Da questo momento, la ricerca nell’ambito della fotografia progredì a grandi passi, lanciando le basi per l’industria fotografica moderna.
  • alla fine del XIX secolo, Nadar, realizza le prime fotografie aeree e sperimenta l’uso della luce artificiale;
  • 1859 viene introdotto in fotografia l’utilizzo del magnesio, per illuminare gli ambienti, grazie agli esperimenti di un fisico tedesco Bunsen e di un chimico inglese Roscoe;
  • 1861 il fisico scozzese Maxwell sperimenta l’uso della sovrapposizione dei filtri, rosso verde e blu (sigla RGB) ottenendo la prima immagine a colori della storia;
  • 1871 il fotografo francese Maddox realizza le prime pellicole a negativo in gelatina, sensibilizzati con bromuro, cadmio e nitrato d’argento;
  • 1879 George Eastman lancia il nome Kodak per la sua prima fotocamera;
  • 1879 la Box Kodak, rende la fotografia abbordabile a tutti;
  • 1902 nasce la Graflex  prima reflex monobiettivo;
  • 1907 i fratelli Lumiere studiano il procedimento per lo sviluppo della pellicola a colori;
  • 1913 Oscar Barnak, tedesco, costruisce il primo prototipo della Leica;
  • 1917 nasce la Nippon Kogaku, odierna Nikon, che mette in commercio la Nikon F, reflex con mirini intercambiabili e motore elettrico, diventata famosa nel film ” Blow up ” di Antonioni;
  • 1918 nasce la Olympus;
  • 1920 nasce Pentax;
  • 1935 la Cnopm (USSR) brevetta la prima reflex per pellicola a 35 mm.;
  • 1948 Land inventore statunitense concepisce la prima macchina fotografica a sviluppo immediato la Polaroid 95;
  • 1959 la Nippon Kogaku produce la Nikon F;
  • 1960 nasce la Konica F prima reflex con otturatore a tendine metalliche con tempi di otturazione di 1/2000 di secondo;
  • 1960 la Canon produce la macchina fotografica più veloce al mondo con scatti a 1/2000 di secondo;
  • 1969 la tedesca Hasselblad produce una versione motorizzata della 500 EL, con cui Neil Armstrong scattò le foto sulla luna, il 20 luglio 1969;
  • 1981 la Sony mette in commercio la prima macchina fotografica che utilizza un supporto magnetico al posto della pellicola la Mavica;
  • 1981 la Pentax produce la prima reflex autofocus;
  • 1999 inizia l’era digitale con la nascita della Nikon reflex D1.  
La fotografia è ormai di uso comune, entrata a far parte di ogni aspetto della vita quotidiana.
La macchina fotografica sarà sempre più uno strumento tecnologico, capace di creare immagini ad altissima definizione, manipolabili in quasi tutti gli aspetti grazie a programmi multimediali di post produzione.
Il mercato attuale offre una varietà notevole di macchine fotografiche digitali che arrivano a risoluzioni fino a milioni di pixel per rispondere al desiderio dell’uomo di fermare l’attimo, di bloccare il tempo reale in quel preciso istante.
Corso di Fotografia
  1. La fotografia come fonte infinita di informazione
  2. ​La nascita della fotografia moderna

Immagini All :  Wikipedia & Wikimedia Commons
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FOTOGRAFARe col naso appena fuori casa

3/3/2020

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di Ornella Piccoli

Foto
Resto sempre incantata davanti a foto di viaggio in luoghi esotici, pieni di vita, di persone, di colori, o fotografie in luoghi estremi, dove è la natura a farla da padrona, come ad esempio l'artico o il deserto.
Io che non amo i lunghi viaggi in aereo, che ho un cane che mi spiace e non vuole essere lasciato a casa, che amo la fotografia, mi sono chiesta dove potrei andare in viaggio?
Lo scorso anno ad esempio è stato uno di quegli anni li. Decisione si va Rosolina mare.
Dopo aver prenotato mi metto nei panni di un fotografo che potrebbe andare a fare un workshop in quelle zone e mi sono chiesta che cosa potrei trovare di interessante dal punto di vista fotografico.
Comincio ad informarmi e vedere attraverso internet i luoghi naturali del delta del fiume Adige, e scopro con una certa apprensione che in quei luoghi le zanzare sono le padrone incontrastate e che sono grandi come elicotteri.
Sono molto combattuta nei pensieri e quasi prevenuta sul fatto di non trovare nulla di cui valga veramente la pena di fotografare e a chiedermi se avessi scelto proprio un luogo adatto alle mie vacanze. All'ultimo ha vinto lo spirito di fotografa che è in me e ho messo in valigia la macchina fotografica.
Quando sono arrivata a Rosolina e al delta del fiume Adige ho iniziato a guardare attraverso l'obiettivo ed ho capito che qualsiasi viaggio si faccia anche quelli “col naso appena fuori di casa” diventa un viaggio importante anche dal punto di vista fotografico. Fondamentale è lasciarsi coinvolgere, fermarsi per poter assorbire quello che hai intorno, osservare il paesaggio, ascoltare la natura, i rumori, i suoni, il silenzio: ed è lì che nasce la foto.
Della stessa Autrice: FOTOGRAFARE: L’ARTE DI FERMARE GLI ISTANTI
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24 ORE DI FOTOGRAFIE

2/3/2020

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di Gianluca Pietropoli
Una giornata: 24 ore, 1440 minuti, 86400 secondi. Ma a quante fotografie corrisponde? 
A porsi questa domanda, nel 2011, è stato l’olandese Erik Kessels (classe 1966), il quale avrebbe potuto rispondere limitandosi ad un semplice calcolo matematico; la sua decisione, anziché produrre un risultato numerico, è stata quella di scaricare e poi stampare in formato 10×15 tutte le foto condivise su Flickr durante l’arco di 24 ore. Ha poi riversato fisicamente queste immagini nelle sale del Foam di Amsterdam e successivamente in varie altre sedi espositive in tutto il mondo, in una mostra intitolata 24 Hours in Photos.
L’impatto visivo della sua installazione è sconvolgente: più di un milione di fotografie, montagne e montagne di stampe che occupano le stanze espositive fino a raggiungere il soffitto. L’ intuizione dell’autore è stata veramente geniale. Infatti, l’enorme massa di immagini che ogni giorno condividiamo sui vari social prende ora corpo, presentandosi a noi in tutta la sua dirompente e minacciosa presenza fisica, esaurendo lo spazio fisico destinato a contenere queste immagini e quindi in parallelo esaurendo anche lo spazio mentale destinato a registrarle.
Anche la funzione primaria della fotografia (salvare un momento dalla inesorabile azione dissolvente del tempo) viene meno, dal momento che la nostra memoria è sepolta da cumuli d’immagini che non abbiamo neanche più il tempo di guardare.
Nella fotografia al tempo dei social, il momento della registrazione e successiva condivisione delle esperienze vissute sta diventando via via più importante delle esperienze stesse. La tecnologia moderna poi aiuta ad annullare l’intervallo tra invio e ricezione: tutto è immediato, e il processo è talmente semplice che il risultato non può non essere che un eccesso di produzione di immagini.
Consapevolmente o no, siamo ormai sepolti sotto una valanga di fotografie!
Dello stesso autore:
LE FOTOGRAFIE DEL TUBO
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VIAGGI E FOTOGRAFIA...UN BINOMIO QUASI INSCINDIBILE....ANCHE AL TEMPO DEL CORONAVIRUS....

1/3/2020

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Foto
di Sandra Zuzzi

​I viaggi e la fotografia, binomio per molti di noi inscindibile. Sono passioni che riempiono i nostri momenti liberi e li rendono preziosi dal punto di vista delle esperienze e delle emozioni.

Viaggiare è stato da sempre una delle mie passioni. Compatibilmente con gli impegni di lavoro e familiari niente mi rende più felice di preparare una valigia e partire...può essere un lungo viaggio in un paese lontano ma anche un viaggio più breve in Italia o in Europa.... non importa, l'importante è conoscere luoghi, modi di vivere e di pensare diversi.

La passione per la fotografia, nata per me qualche anno fa, completa queste esperienze di viaggio e rende possibile trasferire ad altri le emozioni vissute. Consente a noi stessi che fotografiamo di rivivere a distanza di tempo il viaggio, fissando momenti ed emozioni provate.
​
In questi giorni, segnati dall'emergenza sanitaria del Coronavirus, avrei dovuto essere in Islanda, terra che consente di vivere emozioni forti e scattare foto bellissime. Come dipendente del Sistema Sanitario Nazionale sono rimasta al lavoro ma i compagni di viaggio sono partiti, come tanti altri italiani che avevano progettato vacanze all'estero. Nonostante i rischi di quarantena e di cancellazione dei voli avrei voluto essere con loro, la passione per la fotografia è una molla fortissima, che supera le ansie derivanti da situazioni contingenti e che in qualche modo ci rende liberi anche quando non lo siamo completamente. Ma l'appuntamento con i viaggi, e con l'Islanda in particolare, per me è solo rinviato ad un prossimo mio post. 
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